a cura di Fabio Gallo/
“Digitalizzare il Patrimonio Culturale dell’Italia non può essere una professione limitata dalla disponibilità di fondi o dalla complessità burocratica che governa oggi i Bandi, ma solo una vera grande passione animata dal cuore, in grado di muovere creativi e visionari dell’Immagine. E’ necessario amare profondamente la cultura italiana per affrontare un viaggio infinito e un sacrificio fisico così grande, in un Patrimonio Culturale praticamente smisurato, perché ad esso si aggiunga attraverso la Fotografia d’autore, e non si sottragga permettendone una pessima visualizzazione nella grande comunità che è oggi la Rete. Nella società della Comunicazione digitale la rappresentazione di un bene in termini di oggettiva bellezza è fondamentale perché ad emozionare è l’immagine, alla quale si affida il potere di attrarre gli utenti della Rete e sedurne l’intelligenza.
Lo scopo della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” è quello di valorizzare il Grande Patrimonio Culturale italiano attraverso gli strumenti innovativi, con particolare vocazione alla Bellezza del Sacro. Dal 2003 ad oggi con la “Paolo di Tarso” abbiamo digitalizzato oltre 1500 Chiese, Monasteri, Conventi, Cammini, Paesaggio e Aree archeologiche, rendendo ricco il mondo della rete di capolavori fotografici che costituiscono nella società della comunicazione digitale, l’invito più seducente che si possa rivolgere a turisti, viaggiatori e pellegrini che scelgono le loro mete dopo avere consultato la rete. La peculiarità della nostra opera di Digitalizzazione è la forza dell’Immagine alla quale affidiamo il compito di andare oltre il tecnicamente perfetto, per catturare l’emozione e l’Eterna Bellezza del Patrimonio Culturale italiano.
Possiamo dire che si tratta di una vera e propria vocazione che pochi possono permettersi sia per la quantità di tempo che una Campagna di Digitalizzazione del Patrimonio Culturale richiede, sia per esperienze e capacità professionali, sia per costi, indubbiamente proibitivi quando si tratta di fare sul serio, come in questo caso. Non a caso da un quindicennio il Governo suggerisce questa strada perché i Beni Culturali Italiani possano diventare un invito in chiave moderna tramite la rete, ma alla fine tutti si abbandonano a fotografie occasionali e di fortuna realizzate in modo improvvisato e magari da telefonini, facendo così il bene dei grandi motori di ricerca e delle multinazionali ma non dell’Economia Made in Italy. La differenza tra l’improvvisazione e l’autorevolezza che solo l’Arte Fotografica può avere nel riprodurre un’Opera d’Arte o un Paesaggio tra i massimo esperti in materia, è abissale. Non a caso esistono i Cataloghi d’Arte che celebrano impegno dell’Artista e investimento dei Mecenati, collocando nel tempo la Bellezza”.